I DONI DI SHAH ABBAS IL GRANDE ALLA SERENISSIMA
Relazioni diplomatiche tra la Repubblica di Venezia e la Persia Safavide
Dal 28 settembre 2013 al 12 gennaio 2014
Palazzo Ducale, Sala dello Scrutinio
A cura di Elisa Gagliardi Mangilli
Coordinamento Camillo Tonini
Inaugurazione venerdì 27 settembre, ore 12.00
Le relazioni diplomatiche con l’invio di delegazioni e doni reciproci hanno rappresentato una prassi strategica molto diffusa nei rapporti tra Venezia e le grandi potenze, soprattutto quelle dell’Oriente, con le quali la Serenissima - pur nell’evolversi degli scenari, dei conflitti e delle mutevoli alleanze - era stabilmente in contatto o in lotta per il predominio sul Mediterraneo.
In molti casi la “giustificazione” del rapporto diplomatico e delle ambascerie celava a tutti gli effetti una vera e propria finalità commerciale, attraverso la quale si riusciva spesso ad evitare eventi bellici assai più dannosi. Un esempio emblematico in tal senso è rappresentato dagli scambi intercorsi in età moderna tra la Repubblica e una delle più importanti potenze dell’epoca, la Persia Safavide, al tempo di Shah Abbas il Grande (r. 1587-1629). Durante il regno di Shah Abbas, a partire dal 1600, sono almeno tre i periodi durante i quali i doni e le contropartite per i medesimi fanno intravedere un vero e proprio commercio avviato grazie al rapporto diplomatico.
È questo il tema della mostra, inedita ed evocativa, allestita dal 28 settembre 2013 al 12 gennaio 2014 nella Sala dello Scrutinio di Palazzo Ducale, che, prendendo spunto dalla grande tela di Gabriele Caliari, raffigurante Il doge Marino Grimani che riceve gli Ambasciatori persiani (1603), esposta nella Sala delle Quattro Porte, illustra i rapporti amichevoli e proficui tra le due potenze, unite dal comune obiettivo di contrastare la minacciosa espansione ottomana.
A cura di Elisa Gagliardi Mangilli, con il coordinamento di Camillo Tonini, l’esposizione riunisce i doni inviati dallo Shah insieme a lettere di presentazione e documenti, con i quali sono giunti in Laguna, conservati nelle collezioni di diverse istituzioni veneziane, tra cui lo stesso Palazzo Ducale, il Museo Correr e Palazzo Mocenigo (Fondazione Musei Civici di Venezia), la Procuratoria di San Marco e l’Archivio di Stato di Venezia; vi sono, inoltre, incisioni, mappe, portolani, monete e manufatti, per un totale di una trentina di opere.
Alla mostra, che si realizza con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Teheran, della Fondazione Bruschettini per l’Arte Islamica e Asiatica e dell’Università degli Studi di Udine, è accompagnato un catalogo edito da Marsilio (Venezia, 2013) che raccoglie interventi di Elisa Gagliardi Mangilli, Camillo Tonini, Giampiero Bellingeri, Diana Cristante, Alessandra Schiavon e Cristina Crisafulli.
A testimonianza delle buone relazioni intercorse tra Venezia e la Persia Safavide vengono presentati i documenti del XVII secolo, tra i quali spiccano i firmani originali col sigillo dello Shah conservati presso l’Archivio di Stato di Venezia, nei quali viene costantemente rinnovata la promessa di collaborazione ed amicizia, suggellata dall’invio di doni diplomatici e dalla richiesta dettagliata da parte persiana della fornitura di alcuni manufatti veneziani, sia di grande pregio, sia destinati all’uso quotidiano.
Importante esempio della sontuosità e preziosità di queste regalie sono il tappeto in seta, broccato in oro con motivi floreali a nastro, conservato al Museo di San Marco, ed il velluto, anch’esso di seta broccato in oro con raffigurati La Vergine e il Bambino, quasi sicuramente prodotto da maestranze specializzate armene nei laboratori di Nuova Giulfa ad Isfahan, conservato a Palazzo Mocenigo.
Entrambe le opere sono state offerte al doge Marino Grimani, in occasione dell’ambasceria persiana del 5 marzo 1603, proprio nella Sala del Collegio attigua a quella dello Scrutinio nella quale in questo periodo sono esposte.
Apertura straordinaria del 1° maggio
Mercoledì 1° maggio 2013 dalle ore 8.30 alle ore 18.30 l'Archivio di Stato di Venezia aprirà al pubblico la propria sede monumentale, già convento di Santa Maria Gloriosa dei Frari con visite guidate ai chiostri dei Fiorentini e della Santissima Trinità (entrata libera).
Nell'ambito delle manifestazioni sono previste visite guidate al chiostro dei Fiorentini, al chiostro della Santissima Trinità e ai depositi monumentali (crociere) che conservano le testimonianze di oltre mille anni di storia (solo su prenotazione), con i seguenti orari:
ore 10.00 (Michela Dal Borgo), ore 11.30 (Giovanni Caniato), ore 15.00 (Andrea Pelizza) e ore 16.30 (Monica Del Rio).
Nella Sala Regina Margherita, già biblioteca del convento, sarà allestita la mostra Antichi capitolari di magistrature veneziane a cura di Michela Dal Borgo.
Per prendere parte alle visite guidate, a numero chiuso per gruppi di massimo 30 visitatori, è necessaria la prenotazione telefonica al numero 0415222281 (referenti signore Antonella Chinellato e Marialuisa Gallina, dalle ore 8.30 alle ore 13.00), la visita ai chiostri è libera.
MANI FEMMINILI
Il lavoro delle donne per la storia della moda a Venezia nei secoli XVI – XVIII
Giovedì 7 marzo, alle ore 12.00, nell’ambito dell’iniziativa “Do.Ve. Donne a Venezia. Creatività, Economia, Felicità”, sarà inaugurata, nelle Sale monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana, la mostra documentaria “Mani femminili. Il lavoro delle donne per la storia della moda a Venezia nei secoli XVI – XVIII”, organizzata dall’Archivio di Stato di Venezia in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Marciana, il Centro Tedesco di studi veneziani e l’Assessorato alla Cittadinanza delle Donne e alle Attività Culturali del Comune di Venezia.
L’esposizione, che sarà aperta al pubblico fino al 7 aprile con ingresso dal Museo Correr, è stata curata da Michela Dal Borgo con Alessandra Schiavon, e rivolge la sua attenzione al ruolo delle donne nell’ambito del lavoro “non tacendo - come scrive Raffaele Santoro, direttore dell’Archivio di Stato nell’introduzione al catalogo - che quando si affronta il tema del lavoro femminile non si deve mai dimenticare la grande fatica quotidiana del lavoro domestico, non soggetto nei secoli ad alcuna regolamentazione, neppure larvale, e quindi suscettibile di maggiore sfruttamento per le donne stesse. Le forme del lavoro sociale femminile, proprio in quanto tale, rivelano l’intima essenza di una qualsiasi aggregazione sociale, dicono tanto sui rapporti fra uomini e donne, ma sugli stessi rapporti fra gli uomini, e sulle loro caratterizzazioni nel senso di consuetudini giuridiche che discendono da rapporti più profondi nel grembo della società, i quali proiettano la loro ombra ben oltre il periodo storico nel quale sono indagati.”
Nella mostra i documenti scelti vanno ad attestare come la mano d’opera femminile venisse utilizzata, e in alcuni contesti territoriali anche valorizzata, per la provata abilità di lavorare panni d’oro e d’argento, di lino e di lana, di filare la seta grezza in modo netto ed uguale, nel rispetto delle puntuali prescrizioni indicate nei capitolari delle arti. Al contempo si conferma, nella legislazione prodotta dalle varie magistrature della Repubblica, dai Savi alla mercanzia all’Inquisitore alle arti alla Deputazione del commercio, l’attenzione minuziosa alla qualità del prodotto come interesse proprio dello Stato che vuole garantire - nel commercio verso gli esteri stati – il buon nome di sé stesso. Dalle relazioni e dalle indagini effettuate per conto delle magistrature veneziane, e conservate negli archivi veneziani, si affacciano nomi (e nomignoli) di garzone e lavoranti, di maestre e capimastre, distribuite nei sestieri della città, nei suoi monasteri e nei suoi ospedali, come quello della Pietà o degli Incurabili, ma anche nei territori del Trevigiano, di Bassano, del Friuli, di Padova: nomi che forse si affacciano alla storia solo in quegli elenchi semplici e un po’ sbiaditi, ma che rinviano ad esistenze connotate da specifiche professionalità ed elevate specializzazioni.
Anche grazie al lavoro di queste preziose mani femminili, Venezia si è qualificata nel mondo con i suoi merletti, le sete, le stoffe di lino, gli arazzi, le perle di vetro.
Informazioni ed ufficio stampa: Biblioteca nazionale Marciana
Annalisa Bruni:
tel. 041.24.07.23.8 – mail. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
CARNEVALE 2013 - ARCOBALENI LAGUNARI:
ITINERARI STORICI TRA I COLORI DELLA SERENISSIMA REPUBBLICA
Da sabato 2 febbraio a martedì 12 febbraio, tutti i giorni dalle 9.30 alle 13.30 con accesso libero, sarà visitabile la mostra documentaria Arcobaleni lagunari: itinerari storici tra i colori della Serenissima Repubblica, a cura di Paola Benussi e Monica Del Rio, con la consulenza scientifica di Michela Dal Borgo. La mostra, realizzata in collaborazione con Venezia Marketing & Eventi, è inserita nel programma “Carnevale cultura 2013 Vivi i colori – Live in colour”. Essa intende ripercorrere l’uso del colore nei secoli antichi della Serenissima, scoprendone l'impatto in alcuni ambiti particolari.
I documenti tramandano testimonianze diverse, che danno la possibilità di immaginare come i colori si manifestassero in architettura, nell'arredamento, nella moda. Si trovano infatti disegni di pavimentazioni decorate e di facciate, descrizioni di materiali edili, di tipologie tessili e di perle, inventari dettagliati di abiti ed altro ancora. E il colore è anche la cifra che contraddistingue le miniature di alcuni preziosi codici miniati che verranno esposti in quest'occasione.
Il percorso espositivo si svilupperà in due spazi: nel chiostro della Ss. Trinità, dove i documenti in copia digitale saranno esposti nelle bacheche; nei depositi monumentali e nella Sala Regina Margherita, dove verranno esposti i manoscritti più preziosi e i delicati campionari tessili.
Per l'occasione saranno organizzate anche delle visite guidate gratuite al chiostro della Ss. Trinità ed ai depositi monumentali dell'Archivio di Stato secondo il seguente calendario:
2 febbraio, 4-5-6 febbraio, alle ore 11.30; 7-8-9 febbraio, 11-12 febbraio, alle ore 10.00 ed alle ore 11.30.
Le visite guidate saranno curate da Paola Benussi, Monica Del Rio ed Alessandra Schiavon; per la prenotazione, fino ad esaurimento posti, è necessario contattare la sig.ra Marialuisa Gallina, tel. 041.5222281, dal lunedì al giovedì, 10.00– 12.00 oppure all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Informazioni sulla mostra: Alessandra Schiavon, Giuseppe Nolè - Servizio eventi e promozione del patrimonio; mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.